In occasione della Festa della Donna, raccontiamo la storia di un progetto sociale dedicato al riscatto femminile.
Tra le tante narrazioni di impegno sociale e rinascita, spicca quella della cooperativa Lazzarelle, un progetto nato all’interno del carcere femminile di Pozzuoli che non produce solo caffè, ma rappresenta un simbolo di riscatto ed emancipazione per le donne detenute.
La storia
La cooperativa Lazzarelle nasce nel 2010, fondata da Imma Carpiniello che ha avuto l’idea di produrre caffè di qualità secondo la tradizione partenopea all’interno di un carcere. In un contesto dove la libertà non esiste più, Lazzarelle rappresenta molto di più di un’attività economica, costituisce un’occasione per riappropriarsi di una dignità spesso negata e un’opportunità per costruire un futuro migliore dentro e fuori le mura del carcere.
Le donne che lavorano per Lazzarelle vengono formate nella produzione del caffè, dalla selezione dei chicchi, alla tostatura e macinatura. La formazione coinvolge anche i rami della vendita e del marketing, in modo che la cooperativa riesca ad essere gestita in modo autonomo.
Il progetto negli anni è cresciuto moltissimo, il caffè “ Lazzarelle” è un prodotto apprezzato e venduto soprattutto sul web, ma può essere gustato anche in un locale che è stato inaugurato dalla fondatrice nel 2020 situato nella Galleria Principe di Napoli.
Il valore e l’impatto sociale
Il progetto Lazzarelle ha un impatto molto significativo nella vita delle donne detenute. La scelta di produrre caffè non è casuale, oltre ad essere un’eccellenza gastronomica rappresenta il simbolo di convivialità e condivisione. Questo contesto diventa uno strumento di connessione con il mondo esterno, ogni donna che fa parte della cooperativa si fa portatrice di una storia di impegno, dedizione e talento nascosto. I prodotti e i risultati raggiunti sono promotori della grande capacità produttiva e creativa delle donne detenute, valori in cui investire che racchiudono sentimenti di speranza e rinascita.