L’Appennino centrale è scrigno di sapori autentici e custodisce deliziosi tesori: i tartufi. Questi gioielli della gastronomia italiana sono considerati una prelibatezza senza pari, tanto che la loro ricerca e raccolta è considerata un’arte da tramandare da generazione in generazione. Dalle Marche all’Umbria, dal Lazio all’Abruzzo, ogni regione vanta di una preziosa variante di tartufo. Il tartufo nero pregiato di Norcia, il tartufo bianco di Gubbio, il tartufo scorzone estivo e il marzuolo: un microcosmo di sapori e profumi che si intrecciano con la storia e le tradizioni locali. La zona centro-Appenninica italiana è ricca di boschi e date le perfette condizioni climatiche favorisce la crescita delle diverse varietà dei tartufi.
La ricerca e la raccolta: un’arte antica
La ricerca dei tartufi è un’attività affascinante, che può essere svolta solo dopo aver conseguito un apposito tesserino. Una volta acquisito il diritto a ricercare queste prelibatezze, solo il tempo e l’esperienza raffineranno le capacità di trovarli. La caccia al tartufo coinvolge sia uomini che cani addestrati, capaci di scovare il fungo anche ad una grande profondità del terreno. Gli esperti tartufai, accompagnati dai loro amici a quattro zampe, si avventurano nei boschi pronti a seguire gli indizi che li condurranno ai tartufi tanto ambiti. Quando il cane ha individuato il tartufo e inizia a scavare, il tartufaio deve essere pronto a fermarlo e proseguire lo scavo con l’apposito vanghetto. L’estrazione è un’attività che richiede estrema delicatezza per preservarne la qualità e garantire la continuità della crescita. Questo processo richiede un’abilità artigianale che si tramanda di padre in figlio, arricchita da segreti custoditi gelosamente da secoli.
Tartufi in cucina: un tocco di raffinatezza
I tartufi sono considerati gemme culinarie, capaci di arricchire anche i piatti più semplici della tradizione centro-appenninica. Gli Chef conoscono bene il loro potenziale e li utilizzano per creare dei veri e propri piatti gourmet che deliziano e incuriosiscono la clientela. Il tartufo bianco, con il suo aroma intenso, spesso è anche servito crudo, affettato sottilmente e adagiato su piatti di pasta fresca o risotti. La sua presenza riesce a trasportare il commensale in un viaggio sensoriale all’attraverso i profumi dell’Appennino. Il tartufo nero, invece, avendo un sapore più delicato trova la massima espressione nei condimenti per carni e formaggi, donando una nota terrosa che conquista i sensi.
Un patrimonio da tutelare ed esaltare
La crescita di tartufi nel territorio dell’Appennino centrale rappresenta una grande ricchezza da esaltare e tutelare. I tartufi diventano un’opportunità per lo sviluppo sostenibile del territorio. Gli eventi, le sagre organizzate per assaporare e far conoscere queste eccellenze del territorio sono il motore per un futuro ricco di sapori e successi.